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Reato di danneggiamento e reato di imbrattamento: differenze

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Il reato di danneggiamento e il reato di imbrattamento sono spesso confusi, ma presentano differenze sostanziali dal punto di vista giuridico. È importante conoscere queste distinzioni, poiché ognuno di essi prevede diverse conseguenze legali. In questo articolo analizzeremo le principali differenze tra i due reati, soffermandoci sugli aspetti più rilevanti: definizione, elemento soggettivo, bene tutelato, circostanze aggravanti, sanzioni, procedibilità e intensità del danno. Approfondiremo anche la recente sentenza della Corte di Cassazione n. 36753 del 2 ottobre 2024, che ha chiarito ulteriormente la distinzione tra questi due reati.

Definizione

Il reato di danneggiamento (art. 635 c.p.) si verifica quando una persona distrugge, deteriora o rende inservibile una cosa altrui, sia essa mobile o immobile. L’azione compromette quindi l’integrità o la funzionalità del bene. Il reato di imbrattamento (art. 639 c.p.), invece, si verifica quando qualcuno sporca o deturpa una cosa altrui senza danneggiarla materialmente. Si tratta spesso di casi in cui l’azione è limitata all’aspetto estetico, come graffiti o scritte su muri.

Elemento soggettivo

Entrambi i reati richiedono il dolo, cioè la consapevolezza e volontà di compiere l’azione. Nel caso del reato di danneggiamento, l’autore agisce con l’intento di compromettere l’integrità del bene. Nell’imbrattamento, invece, l’intento è quello di sporcare o alterare l’aspetto del bene, senza causare un danno strutturale.

Bene tutelato

Il reato di danneggiamento tutela l’integrità materiale e funzionale della proprietà, sia essa pubblica o privata. Al contrario, il reato di imbrattamento tutela più che altro il decoro e l’aspetto estetico dei beni, proteggendo l’immagine esteriore delle cose, specialmente in contesti pubblici.

Circostanze aggravanti

Le circostanze aggravanti giocano un ruolo fondamentale in entrambi i reati. Per il reato di danneggiamento, le aggravanti scattano quando l’atto è compiuto su beni pubblici, monumenti storici, mezzi di trasporto o altre strutture di pubblica utilità. Anche l’imbrattamento diventa più grave se commesso su beni di interesse pubblico o artistico, come edifici storici o monumenti, aumentando significativamente la pena.

Sanzioni

Le pene per il reato di danneggiamento possono arrivare fino a tre anni di reclusione, con sanzioni più gravi in presenza di circostanze aggravanti. Se l’atto viene commesso su cose di interesse pubblico, la reclusione è automatica. Per l’imbrattamento, le sanzioni prevedono una multa che può diventare reclusione fino a un anno nei casi aggravati, come il deturpamento di beni culturali o edifici pubblici.

Procedibilità

In assenza di aggravanti, il reato di danneggiamento è procedibile a querela di parte, mentre le aggravanti lo rendono procedibile d’ufficio. Lo stesso vale per l’imbrattamento: nei casi più semplici si procede su querela, ma diventa d’ufficio se coinvolge beni di interesse pubblico o culturale.

Intensità del danno

Il reato di danneggiamento si distingue per la sua intensità: deve esserci un deterioramento o una distruzione del bene. L’imbrattamento, invece, non prevede un danno materiale, ma solo un’alterazione estetica o temporanea del bene.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 36753 del 2024

La sentenza n. 36753 del 2024 della Corte di Cassazione ha avuto un ruolo chiave nel chiarire i confini tra il reato di danneggiamento e quello di imbrattamento. Nel caso specifico, un soggetto era stato accusato di aver graffiato la facciata di un portone, causando segni visibili ma senza compromettere la struttura del bene. La Corte ha stabilito che, in tale circostanza, il reato configurabile era quello di imbrattamento ex art. 639 c.p., poiché i graffi non avevano alterato l’integrità del portone, ma ne avevano solo deturpato l’aspetto esteriore.

Questa decisione è significativa perché dimostra che, anche quando l’atto comporta un’alterazione visibile, se non viene compromessa la funzionalità o l’integrità del bene, si rientra nel reato di imbrattamento e non in quello di danneggiamento. Pertanto, se l’alterazione non è strutturale, il danno è considerato estetico e non materiale, e quindi si applicano le pene più leggere dell’imbrattamento.

Conclusione

In conclusione, la distinzione tra reato di danneggiamento e reato di imbrattamento dipende principalmente dall’intensità del danno e dall’integrità compromessa del bene. Sebbene entrambi i reati riguardino la proprietà, l’imbrattamento si concentra sull’aspetto estetico, mentre il danneggiamento comporta una compromissione fisica del bene. La recente sentenza della Corte di Cassazione ha ulteriormente chiarito che l’entità del danno è fondamentale per determinare quale reato venga applicato. Essere consapevoli di queste differenze è essenziale sia per chi si occupa di diritto penale sia per i cittadini che vogliono comprendere meglio le conseguenze legali di tali atti.


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